Quinta Domenica di Quaresima: Maria l'Egiziana

Quanto del cammino fin qui percorso abbiamo fatto nostro? Quanta strada abbiamo fatto sulla via della conversione? Tutto ciò che ci riguarda infatti sta per giungere alla fine. D’ora in poi noi seguiamo i discepoli:  

 “Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro... (e disse loro:) ‘Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà’” (Marco 10, 32-45). 

         È l’evangelo della quinta domenica. Abbiamo visto come già dalla terza domenica il tono delle liturgie quaresimali sia cambiato. Se durante la prima parte della Quaresima lo sforzo aveva di mira la nostra personale purificazione, ci è dato di capire ora che questa purificazione non è fine a sé stessa, ma ci deve portare alla contemplazione, alla comprensione e all’appropriazione del mistero della croce e della risurrezione. Il significato del nostro sforzo ci è ora rivelato: si tratta di partecipare a quel mistero a cui ci eravamo così assuefatti da darlo per scontato, al punto da dimenticarlo. E mentre siamo alla sequela di Gesù che sale a Gerusalemme insieme con i suoi discepoli, siamo “stupiti e pieni di timore”.

 

da A. Schmemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974

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